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L’attesa

by su 24 gennaio 2011

 Un po’ per abitudine…

Nel corso di una giornata sono tante le cose che faccio, che tutti noi facciamo meccanicamente, senza riflettere; cose che eseguiamo con superficialità, per forza di abitudine; ci alziamo, ci laviamo i denti e la faccia, ci vestiamo, facciamo colazione… Tutte azioni che riguardano la nostra routine, che facciamo per abitudine.
Ci sono le buone abitudini, come quella di bere un bicchiere d’acqua prima di fare colazione, o le cattive abitudini come fumare di prima mattina. Azioni, gesti che entrano nel nostro tran tran, si radicano nel quotidiano condizionando il nostro modo di essere.  Alcune di queste abitudini, per molti, pesano e determinano la stessa vita. E così per esempio capita che per abitudine si perpetui un rapporto sentimentale stanco, lo si trascini nel tempo senza più investirci; oppure capita che per abitudine si accetti di fare un lavoro che non piace, che non è mai piaciuto; per abitudine nella vita accettiamo tante cose; accettiamo di vivere nel tepore delle ripetizioni, del già noto, dello scontato. E’ la forza dell’abitudine.

Un po’ per scaramanzia…

Poi però ci sono altri tipi di abitudini, a dire il vero non sono semplici abitudini, sono “strane” abitudini, forse sarebbe più opportuno chiamarli riti, o anche scaramanzie; gesti e comportamenti che ripetiamo sempre uguali ai quali diamo però particolari significati.

Io per esempio prima di dormire devo dire sempre la stessa sequenza di preghiere, la stessa identica sequenza altrimenti non “funziona”; oppure quando la sera prima di andare a letto chiudo il rubinetto del gas, devo dire ad alta voce “chiuso”, solo così mi sento tranquilla.
Un mio amico accende e chiude la luce sempre tre volte per… accenderla.
Una mia zia per anni si è bevuta una tazza di tè alle tre precise del pomeriggio, senza mancare mai questo appuntamento, passando sopra a imprevisti, problemi fisici o altro.
Il mio vicino porta a spasso il cane solo e soltanto quando piove… Abitudine o scaramanzia?

2 commenti
  1. cinzia, anch'io ho le stesse manie, non le chiamerei abitudini! 😉
    devo sempre dire a voce alta che ho spento i fornelli, il forno, il ferro da stiro, anche se sembra non bastare, più di una volta ho lasciato aperitivi o appuntamenti a metà per andare a casa a controllare che tutto fosse spento: e tutto era immancabilmente spento! inoltre, se inavvertitamente stringo una mano, devo farlo anche con l'altra, per compensare, non sopporto le asimmetrie (è il motivo per cui non faccio mai la divisa in parte ai capelli anche se forse mi donerebbe di più), per lo stesso motivo pareggio sempre tutto: le scarpe, gli asciugamani in bagno, i libri, tutto quello che capita e ai miei occhi stona.
    ecco qui le mie manie, ora potete garbatamente evitarmi incontrandomi per strada, vi capirò!   

  2. hahahah! Grande Biri, mi riconosco in molte delle tue "abitudini"!!

    Penso che tutti in fondo abbiamo bisogno  di affidarci a qualcosa, riti, gesti scaramantici, oggetti di culto per sopravvivere! La vita è così incredibilmente difficile, bella, imprevedibile, impegnativa, appesa a un filo che sentiamo la necessità di "angeli custodi" che ci preservino da ogni possibile guaio 🙂

    Non abbiamo più paura dei tuoni e dei fulmini ma siamo sempre parenti di quei lontani nostri primitivi antenati 😉

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