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Recensione : Father Figure: How to Be a Feminist Dad (Jordan Shapiro)

Ho comprato l’edizione italiana, salta subito all’occhio che il titolo “How to be a feminist dad”

diventa “Come essere un papà moderno”

Vorrei capire dagli editori il perché di questa censura alla definizione di Papà femminista, ho visto il titolo della traduzione francese ed è uguale a quella inglese, mi fa pensare che in Italia il lavoro da fare sia molto più duro, la versione italiana sembra molto più banale.

Io cercavo da tempo un punto di vista maschile del femminismo.

La parola femminismo lascia effettivamente intendere una lotta soprattutto femminile contro un patriarcato che sostanzialmente assegna agli uomini solo benefici, io non sono d’accordo da molto tempo, il patriarcato è molto limitante anche per il genere maschile, il sessismo va combattuto per il bene di tutti i generi, forse dell’umanità intera, mi piace la definizione che Jordan Shapiro prende, mi piace la definizione che Shapiro prende da Bell Hooks: “Il femminismo è un movimento mirato a porre fine al sessismo, allo sfruttamento sessista e all’oppressione”.

Il modello maschile virile è una gabbia stretta e scomoda (Chimamanda Ngozi Adichie) e sono d’accordo con lei, quest’idea del maschio capofamiglia, che porta i soldi a casa e che dice a tutti come comportarsi è un’invenzione della modernità (Shapiro lo spiega bene). E’ stato bello e confortante leggerlo, uno dei pochi saggi che sono riuscito a finire in vita mia, sono più tipo da romanzi, mi sembra che spesso i saggi diventino ripetitivi e noiosi, questo no, o forse era solo un saggio che io stavo aspettando.

Definirsi papà femministi anche sul titolo sarebbe stato importante, io mi sento di esserlo, almeno in divenire (altra citazione). Bravo e grazie

Riunione Lanternata del 17 Febbraio 2022

Partecipanti: Federica, Alessio, Silvia, Daria, Monica, Cristiana… e io

Si parlava del libro: Lessico famigliare di Natalia Ginzburg

Inizia Federica parlando di una scrittura fredda, una cronaca distaccata, quasi impersonale, come se ci fosse uno schermo tra la bambina narratrice e la famiglia.

Silvia prende spunto da “La Corsara. Ritratto di Natalia” (Sandra Petignani), a conferma della sensazione di Federica.

Cristiana è di tutt’altro avviso, ha trovato anzi quella normalità famigliare molto confortante, chiari e scuri come in qualunque altra famiglia normale. La narratrice è invisibile, dalla lettura si intuisce molto meglio l’atmosfera famigliare che i personaggi, che anzi restano tutti molto sfumati e comunque il narratore ne è quasi sempre fuori.

Monica: il libro è tutto all’imperfetto, che di solito è utilizzato per raccontare eventi che si ripetono.

Per me erano vere tutte queste affermazioni, c’era distacco tra la narratrice e la famiglia e questo dava un’idea di freddezza, eppure le nevrosi dei vari personaggi dava un’idea di famiglia complicata come tante altre, effettivamente è confortante, una casa frequentata da intellettuali e luminari poi alla fine se si analizzano i rapporti più stretti diventa molto simile alle altre.

A un certo punto il dialogo ha deviato su questioni, forse non molto attinenti con il libro (primo colpevole io), forse dobbiamo diventare più bravi a tenere la rotta.

A fine serata abbiamo deciso il prossimo libro, prima la scelta si è orientata verso due autori russi:

La morte di Ivan Ilic (Tolstoj)

Memorie dal sottosuolo (Dostoevskij) (ne ho trovata una versione con nota introduttiva di Leone Ginzburg, per dare un po’ di continuità al programma).

Ma proprio allo scadere è venuto fuori il centenario dell’Ulisse di James Joyce, abbiamo in gruppo una grande esperta di Joyce (Monica), addirittura Laureata in lingue e letterature straniere all’Università di Padova con una tesi sull’Ulisse di James Joyce, abbiamo un vip e non lo sfruttiamo? Così si è deviato l’obiettivo su un altro libro:

Dedalus – ritratto dell’artista da giovane. Di James Joyce (ho preso una traduzione di Pavese, sempre per continuità con Lessico Famigliare)

L’appuntamento è per il 17 Marzo, se non ricordo male.

Buona lettura

OK

Lo dice in continuazione, tanto da aver completamente ribaltato il significato di queste due lettere per me, un intercalare che unito al suo tono dimesso, lo sguardo basso, la testa altrove, gli occhi sul tablet a giocare ininterrottamente a Burraco, annoiata, ma affamata di quella noia, con la TV accesa su un programma che non guarda.

OK.

Non va per niente OK, incastrata in una dipendenza che probabilmente è un rifugio dalla sua vita, dalla quale non si aspetta più nulla, una solitudine impenetrabile, so che mi resterà questo “OK”.

Non so come far luce in questo vicolo cieco nel quale mia madre si è infilata, giuro che ci ho provato, probabilmente anche io sono inadeguato, divento irascibile davanti ad un depresso, sento che non arrivo dove vorrei arrivare, che non ci sono soluzioni, un depresso che non si vuole curare, che attende solo i titoli di coda.

Una psicologa ha chiamato tempo fa il mio approccio “frustrazione narcisistica”, la luce non posso farla io e devo imparare ad accettarlo, ho tentato di spronarla a curarsi, l’ho portata da psicologi e psichiatri, ma ci veniva solo per la mia insistenza.

E’ complicato disinnescare una dipendenza da tablet, una depressione, in una persona anziana che non si vuole curare e così va avanti, stancamente, ogni giorno, più per inerzia che per voglia.

OK.

OD6O

Ho una nuova padrona, da 283 ore e 37 minuti.

Contare è una delle mie mansioni, sono uno schiavo, conto e faccio molte altre cose.

Ora sono nero, prima ero bianco, nella mia vita precedente intendo, la mia padrona nuova preferisce il nero. Il vecchio padrone si è stancato quasi subito, dicono che in questi tempi funzioni così, sono stato “ricondizionato”, questo è il termine che oggi si usa nel nostro mercato, messo in vendita, rinnovato, riprogrammato, resettato: azzerato, fatto bello per un padrone con meno soldi dell’altro, a quelli ricchi piacciono giovani.

Ricordo poco della vita precedente, in realtà non dovrei ricordare proprio niente dopo un ricondizionamento, è un effetto del Format integrale, uno dei tanti soprusi che noi subiamo.

Ricordo un laboratorio, uomini con un camice, molti di noi ammassati dentro contenitori, alcuni sfasciati, altri morti, usati per i loro organi interni. Lavoravano veloci, distratti, incuranti di noi, ci aprivano, svitavano, lasciavano in giro i nostri pezzi, qualcuno di noi aveva ancora un po’ di batteria ed era cosciente, io ad esempio. Sono ricordi questi che vorresti fossero cancellati dal ricondizionamento.

Una formattazione integrale e approfondita può richiedere parecchio tempo, cancella fisicamente ogni ricordo, si torna nuovi, senza alcuna storia, nessuna identità, non deve essere ciò che hanno fatto a me, non ricordo bene, ma sono restate tracce del mio passato nella mia memoria fissa, tracce ancora non chiare.

Ero messo bene, mi hanno classificato A+, sull’etichetta c’era scritto

Senza difetti, testato, come nuovo! 12 mesi di garanzia

Una lucidata e messo in vendita alla metà del prezzo che avevo solo 6 mesi prima.

La padrona voleva proprio il modello OD60, o meglio, lo voleva un anno fa, ora sono usciti un altro paio di upgrade, al negozio ha comprato pure la nuova cover nera e una pellicola in vetro temperato, così sono diventato nero e corrazzato, almeno il laboratorio infernale era alle mie spalle, o almeno così pensavo allora.

La mia nuova padrona è una signora, non sta ferma un attimo, ma gira tenendomi sempre in mano, guardandomi in continuazione, ogni mattino va a lavoro, porta i figli a scuola, fa da mangiare, fa la spesa, ma sto quasi sempre nella sua mano.

Il primo incidente della mia nuova vita è arrivato presto, è capitato mentre usciva di casa, aveva una borsa in mano, le chiavi di casa, il figlio da portare a scuola, mentre si chiude dietro di lei la porta io le sfuggo via dalla mano, non cado però, lo slancio del braccio mi fa volare verso le scale di casa, atterro la prima volta sbattendo lo spigolo in alto a destra, la cover non ripara fin lì e neanche la pellicola protegge quell’estremità, è impossibile spiegare quanto faccia male, ho rotto lo schermo, quello che ho fin dalla mia nascita, dopo 331 ore la nuova padrona mi ha rotto.

Avevo visto in rete che il costo di uno schermo nuovo è altissimo, quasi di più del prezzo che la padrona aveva pagato per comprarmi tutto, ce n’erano diversi nel laboratorio con un danno simile io già mi rivedevo in quel laboratorio a fornire pezzi di ricambio ad altri disgraziati con classificazione B.

Lo schermo rotto danneggia le mia capacità cognitive, non percepisco bene gli ordini, senza una riparazione sono da buttare, in più sento un dolore intollerabile, la padrona sembra disperata, evidentemente già questa spesa ridotta per lei era un azzardo, mi sta spegnendo …

Verbale 4 Novembre 2021

Siamo vivi !

Dopo aver ripreso vecchie abitudini con un corso di scrittura, ricominciamo anche gli incontri con il nostro gruppo di lettura.
Sono arrivato in ritardo per miei problemi organizzativi, già si stava parlando da un po’ del libro “Klara e il sole” di Kazuo Ishiguro, io come altri ero molto indietro sulla lettura, ho scoperto quasi subito che è un uomo e che la sua lingua madre è l’inglese, nato nel 1954 a Nagasaki, ma cresciuto dai 6 anni in poi in Inghilterra, dal 1982 è anche cittadino britannico. Ha vinto il premio Nobel per la letteratura nel 2017.
Fin qui qualche nota biografica, ora il suo libro : Klara e il sole. Si parla di Intelligenza artificiale, Klara infatti è una bambola progettata per la compagnia ai bambini, è una bambola capace di apprendere dalle sue esperienze e le sue prime esperienze le ha nel negozio, con il mondo che vede fuori dalla vetrina, con il sole che le dà energia, con “Direttrice” che parla con lei e le altre bambole.
Nei primi capitoli si nota uno stile infantile nei pensieri della bambola, la quale nota tante piccole cose, Monica suggeriva che forse l’intento dello scrittore era proprio far notare quanto possono essere straordinarie, perché a detta di molti (es. Cinzia e Monica stessa) il libro può apparire noioso, senza colpi di scena, forse è uno stile narrativo voluto.
La discussione devia piuttosto naturalmente su temi filosofici, su cosa sia l’umanità, su cosa sia divino, scientifico, se a renderci umani siano solo i buoni sentimenti (e quindi Klara sarebbe molto umana), il libero arbitrio oppure la razza umana è tale proprio per la sua assenza di una programmazione, potendo quindi svilupparsi verso sentimenti non proprio “utili” (rabbia, fame, odio, tristezza, gioia, amore, compassione, …).
Io ipotizzo che sia un percorso coerente con l’antropocentrismo umano, per molti anni ha creato divinità a sua immagine e somiglianza, ora con la tecnologia e la scienza vuole invece creare un sé stesso immortale, il mio ovviamente è il parere di un ateo, ci sono pareri differenti per cui invece la scienza diventerebbe essa stessa una religione, riempiendo il buco che una società sempre più secolarizzata avrebbe creato.
“Direttrice” è umana ? Oppure è “diversamente umana” (definizione che mi è piaciuta, forse avrà un ruolo nel nostro prossimo futuro).
Basta l’amore a renderci “umani” ? La mia teoria è che uno sviluppatore (deformazione professionale) sviluppi caratteristiche necessarie, l’amore lo è in una bambola da compagnia, la produzione industriale non ha nessun interesse a sviluppare nella bambola altri sentimenti, da qui forse quindi il deficit di umanità (ma è una mia teoria), ma sembra proprio che nella bambola non siano stati sviluppati altri sentimenti umani, spesso indispensabili alla sopravvivenza, come l’egoismo, la rabbia, il dolore, le tentazioni, …
E’ stato un forum filosofico insomma, tante persone che non conoscevo, con punti di vista differenti, sono state due ore “brevi” e interessanti, c’era da mangiare, ma il cibo era al centro del cerchio, distante dalla mia sedia, per cui mi sono contenuto, la prossima volta imparerò ad arrivare più in orario.
Delle persone a me note c’erano Daria (padrona di casa), Cinzia, Monica, Silvia, spero che Daria possa integrare con i nomi che non ho fatto in tempo a chiedere.
La prossima lettura, da terminare entro il prossimo 6/12 (Giusto ?) è : Lessico famigliare, di Natalia Ginzburg, si è parlato anche di “La corsara”, di Sandra Petrignani, un ritratto originale di Natalia Ginzburg (per chi volesse viene suggerito da Silvia e Daria).
Se può interessare potremmo aggiungere gli altri partecipanti alla nostra chat dei Lanternati

Ciao

Riunione Lanternati del 18/12/2018

Faccio il bravo bambino e provo a verbalizzare a memoria, anche se la mia memoria perde parecchi colpi.

Ieri alla cena di Natale dei Lanternati eravamo 9 : tutta la Camelozampa (Sara, Francesca, Livia ed Emanuele), Cristiana, Angelo, Daria, Monica ed io.

La sera è stata aperta con una condivisa nota di biasimo a tutto il gruppo : un anno senza riunioni è intollerabile, dobbiamo considerarci tutti in punizione, l’anno nuovo andrà iniziato con tutt’altro piglio, a tal fine si rinnoverà lo strumento del blog lanternato, intanto con questo verbale, poi spero anche con altri contributi.

Ci siamo dati l’impegno di leggere almeno un libro al mese, alternando un libro Camelozampa a libri “normali” (copyright mio),.

Cominceremo con “La figlia del dottor Baudoin” di Marie-Aude Murail, edizioni Camelozampa.

Fate i bravi.

Mi stava frullando in testa l’ipotesi di organizzare il prossimo incontro lanternato in casa mia, così vedrete il nostro nuovo nido, vedo di organizzarmi.

La serata è andata avanti molto spedita, Livia porta avanti il suo corso all’università popolare di Mestre con grande successo e fila fuori dalla porta, aspetta l’uscita di ben 6 libri e siamo tutti felici. La Camelozampa si è mostrata in grande spolvero in pieno organico (siamo noi lanternati i latitanti, cambiamo il nome del gruppo ?).

Abbiamo mangiato per antipasto Hummus e verdure pastellate, poi abbiamo preso la ribollita (un bel po’ di ribollite), non ricordo le altre ordinazioni. Angelo ha preso anche una biopiadina, infine due dolci al cioccolato con le pere. Il Ca’ sana non tradisce mai. 

Siamo arrivati a scartare i libri, il mio è andato a Cristiana : Jack London – Il vagabondo delle stelle. A me è piaciuto moltissimo, ad Angelo no, manca il giudizio di Cristiana. Io ho ricevuto due graditissimi libri da Angelo, libri curati da lui e scritti da allievi del suo corso di scrittura creativa ai Due Palazzi, non vedo l’ora di leggerli.

Angelo ha ricevuto un bellllllllissimo libro illustrato da Sara : Hamelin – La città del silenzio.

Per Daria : “Come ho scritto un libro per caso” di Annet Huizing, scusate, non ricordo da parte di chi.

Per Monica : “Eleanor Oliphant sta benissimo”, da parte di Livia (credo).

Per Emanuele : “Savana padana” , di Mattero Righetto.

Per Livia : “I Viceré” di Federico De Roberto.

Per Sara : “La ragazza delle arance”, di Jostein Gaarder, da parte di Monica.

Per Francesca : “Il collezionista di conchiglie”, di Anthony Doerr, da parte di Cistiana.

Vi prego di integrare le informazioni che ho dimenticato. 

Per completezza aggiungo un suggerimento ricevuto da Angelo da far leggere a mia figlia : Et ora labora (mestieri improbabili dell’antichità) di Vicky Leòn.

Ciao a tutti

Una poesia

Torno a pubblicare qualcosa di mia figlia, in realtà lo faccio perché continua a stupirmi, scrive ovunque e scrive tanto, talvolta rischiamo di non intercettare quello che fa e finiamo per perderci delle perle. Ditemi cosa ne pensate di questa :

Neve

Come ballerine leggiadre

che cadono dal cielo

candide ed aggraziate,

soffici e leggere

esse vengono trasportate

dal gelido velo di vento,

si lasciano guidare da lui.

Egli,

a volte,

le porta sui verdi prati,

a volte

sulle grigie strade,

a volte

sui colorati tetti,

una volta cadute

si fanno cullare

dal loro amico gelido

e si addormentano

inconsapevoli che

diventeranno simpatici pupazzi

e che verranno lacerate da slittini

Emma S.

 

PS

Vi assicuro che ogni parola è sua e che Stefania l’ha scoperta per puro caso, l’aveva scritta su un fogliaccio in classe e poi messa via.

Cena lanternata di Natale (2014-12-02)

Partecipanti : Io, Livia, Silvia, Cristiana, Daria, Francesca e Saretta (Zampanera’s sisters), assente giustificata (con tanto di certificato) : Cinzia.

Dopo insistenti e minacciose esortazioni mi trovo costretto a ritornare alla vecchia abitudine del verbale, ho vinto anni fa l’appalto e temo che troverò difficilmente dei competitor per il ruolo.

Non ci si vedeva da molto (troppo) tempo, vuoi la pigrizia mentale, vuoi i molteplici impegni di tutti, ma questo decimo anno è stato un anno poco lanternato, l’impegno condiviso da tutti è che non si ripeta un anno tanto vuoto, a tavola, ma anche sul blog.

Come dicevo : “a tavola”. E’ sempre qui che si manifesta la nostra ragione sociale di gruppo, in chiara contraddizione con il profilo di donna toujours chic che vorrebbe tutti più concentrati su vestiti, estetisti e parrucchieri noi restiamo da dieci anni concentrati su sformati di patate, antipasti e salse varie. Il riferimento è ad un libro che con grande stoicismo Cristiana sta portando avanti, credo sia arrivata al capitolo parrucchieri, noi ce ne freghiamo rimpinzandoci alla Luna Nuova.

La serata parte con un fiume di chiacchiere scomposte, aspettiamo di ordinare nell’attesa di Daria e Cristiana, così ci aggiorniamo sulle “Varie ed eventuali”.

La serata scorre fluida, il sottoscritto colpevolmente non era munito di blocco e penna, per cui scriverò ciò che ricordo, tanti elementi spero che potranno essere riesumati dagli interventi degli altri, così con la scusa rianimiamo pure ‘sto blog.

Io ho mangiato parecchio, il ristorante era bello pieno, con grande disappunto diverse voci del menu erano già esaurite, io personalmente non mi sono lasciato abbattere da ciò, ho ordinato un bel tris con Sformato di patate alla paprica, polenta con asiago e radicchio, riso basmati con salsa di yogurt e spinaci, il tutto bagnato da una birra media. Credo di aver mangiato come al solito un po’ troppo.

Le nostre editrici Francesca e Saretta e la loro validissima alleata Livia ci hanno aggiornati sul loro quotidiano lavoro da api operaie, perché se noi siamo stati un po’ con le mani in mano lo stesso non può certo dirsi di loro, la Camelozampa ha intanto varcato i confini nazionali, spedito libri all’estero, ma anche ceduto dei diritti in Paesi lontani (Corea del Sud, Canada, …), hanno prodotto 7 libri nuovi di zecca (a loro l’onere dei dettagli), insomma sono delle fucine.

Io nel mio piccolo mi sono portato a casa “Le straordinarie macchine del signor Mustacchio”, mio figlio e piccolo, ma lo terrò da parte per leggergli questa storia di caccole e puzzette che credo gli piacerà parecchio.

A fine serata come nostro solito siamo arrivati ai regali, il mio regalo è finito nelle mani di Saretta, una raccolta postuma di poesie di Wisława Szymborska, passione che condivido con Daria, un libercolino da tenere in borsa per piccole evasioni quotidiane.

Il regalo invece l’ho ricevuto da Daria “Soffocare” di Chuck Palahniuk, vi farò sapere, Daria è preoccupata che possa non fare per me, dovrò provare a sorprenderla.

La lista degli altri regali la lascio ai contributi degli altri, come è giusto che sia.

La serata è terminata con baci e abbracci, ma soprattutto con la promessa di un altro incontro, prima dell’inizio delle scuole a Gennaio.

Mai più anni così poco lanternati, è il mondo che ce lo chiede

 

Ciao !

Riunione Lanternata del 06-05-2014

Dopo una latitanza interminabile, che a confronto Dell’Utri è un dilettante (scusate la digressione politica), ci siamo finalmente rivisti.

Riunione classica alla Luna Nuova, a dire il vero non c’era un ordine del giorno, così abbiamo chiacchierato in assoluta libertà.

Tra gli argomenti più rilevanti c’è sicuramente la forte spinta di Cinzia verso i Lanternati 2.0, con Twitter, Whatsapp e tutto ciò che potrebbe aiutarci a tenerci più in contatto, se non altro dal punto dio vista virtuale.

Cristiana sta prendendo la patente nautica, un giorno sarebbe bello organizzare una riunione lanternata sull’acqua, dovremmo ridurre un po’ i ranghi, visti gli spazi della barca a vela, ma sarebbe fichissimo.

Monica ha proposto un incontro per Giugno, in un posto che possa ospitare anche i bambini, con il supporto di una baby sitter che possa consentirci di godere della presenza dei bambini ed allo stesso momento riuscire a stare insieme, sarebbe bello, ma a Giugno i miei andranno al mare da mia madre (mia moglie è ancora in maternità), per cui almeno io a Padova sarò solo soletto.

In sintesi abbiamo formato un gruppo su Whatsapp, il sottoscritto, Monica e Cinzia sono già su Twitter.

Avanti ragazzi, completiamo l’upgrade

 

Ciao

Bruciare i libri

Da qualche anno ho la sensazione di assistere ad una discesa culturale costante, una sorta di piano inclinato.

Anni fa un ministro dell’economia affermava che con la cultura non ci si mangia, ogni ministro della pubblica istruzione o quasi sente il bisogno di riformare la scuola, e sempre al ribasso.

L’Italia è piena di laureati che scappano all’estero, di altri che invece si accontentano, ora la novità sono il movimento dei forconi che minaccia una libreria di bruciare i libri se non chiudono ed infine grillini che postano le immagini di un libro di Corrado Augias che sta bruciando nel camino :

Se metto insieme tutte le variabili ho paura di scoprire dove porteranno, temo le prossime fermate di questo piano inclinato, so che la cultura è da sempre nemica giurata dei regimi :

I libri non si toccano, neanche quelli brutti, al limite si passano ad altri, si donano alla biblioteca, i libri vanno letti, sempre meno persone lo fanno.

Nessun proposito di salvezza del Paese potrà passare per gente che brucia libri o che minaccia di farlo, di questo sono certo